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martedì 29 gennaio 2013

DAVIDE MONTELEONE -ANIMA RUSSA

Mentre guardavo il documentario di Sky arte pensavo:"questo di sicuro non soffre il freddo"!
Davide Monteleone, classe '74 mancato ingegnere e vagabondo per piacere!
Nel 2001 si trasferisce in Russia per due anni per l'agenzia Contrasto, ora invece sono quasi 10 anni che fa la spola tra Russia e Italia lavorando per periodici internazionali e intraprendendo progetti personali. Nel 2007-2009-2011 ha conseguito il premio World Press Photo. Negli ultimi anni si è dedicato a mostre e insegnamento.


E' possibile "documentare  una classe sociale" tramite la fotografia? Si, perché lui ci riesce a anche bene. Fotografa una Russia in evoluzione, sempre più mostre, nuovi locali, nuove proteste, nuovi partiti politici. Quando arrivò lì dieci anni fa,ci racconta Monteleone, c'era molto divario sociale e gli richiedevano foto x documentare i "nuovi ricchi", oggi invece preferisce fotografare il ceto medio intellettuale che cerca di avere una rivalsa sociale e politica e forse è proprio grazie a loro che ci sono dei cambiamenti.
Mi è piaciuto molto il modo in cui ha documentato la parte politica emergente, o che cerca di emergere. Ci ha portati a un incontro del partito degli "opposizionieri" come vengono chiamati lì, per rubare scatti degli esponenti di estrema destra che vogliono ribellarsi a Putin.


Per Monteleone il digitale ancora non esiste, lui assapora il fascino della pellicola e pratica il formato quadrato che nel posto in cui si trova con spazi aperti palazzoni strade infinite non è facile fare delle  fotografie di qualità.






Durante il documentario è difficile stargli dietro, passa da un argomento all'altro da Putin, a Oblomov da una gita in kargo di 36 giorni, ai giovani che protestano per strada. E anche la sua "caccia" è movimentata dal bosco, alla periferia, dal centro, a un isola ma come lui stesso giustamente ricorda :
" le foto si fanno con i piedi". 
E' stato molto interessante vedere che un ragazzo ha fatto della fotografia il suo stile di vita andando a cercare posti in cui si rispecchiava, un pò malinconico, un pò solitario... 
Posso riportare le sue parole per spiegare al meglio ciò che lui cerca di trasmettere:".Il mio primo obiettivo non è quello di informare,io provengo dalla tradizione della fotografia documentale,ma il mio principale scopo è quello di catturare l'interpretazione di un'idea.Il mio obiettivo non è quello di modificare gli aspetti della vita,ma approfondirne la conoscenza.Mi piace l'idea che il risultato del mio lavoro desti curiosità riguardo il soggetto della mia ricerca e possa iniziare l'indagine degli stessi".









Con me il suo intento è riuscito alla perfezione; nella sue foto è chiaro che c'è "una storia a metà" sta a colui che le guarda finire la storia cercando informazioni. Io ho immediatamente cercato qualche informazione sul Caucaso, letto qualche riga di Oblomov, dato uno sguardo alla situazione politica della Russia. 
Le sue foto sono documenti che vanno integrati con la voglia di informarsi. 

WebRep
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