Translate

mercoledì 2 gennaio 2013

DIES IRAE


BUON ANNO!!!!!

Voglio aprire questo nuovo anno dedicando il mio blog a coloro che rappresentano un modello a cui ispirarsi! Tutti hanno degli eroi o semplicemente qualcuno da prendere come esempio; nel mondo della fotografia ce ne sono a milioni da paparazzi a fotoreporter! Io ne ho scoperti 8 facendo semplicemente zapping! Sky ha dedicato uno "spazio fotografico" sul nuovo canale sky arte  a otto icone della fotografia internazionale da Pellegrin a Battaglia, da Pipolo a Pizzi, e anche io voglio fargli questa dedica sognando,un giorno, di diventare come loro.....

Il primo che voglio presentarvi è colui che mi ha affascinato di più, colui che ha avuto il potere di farmi cambiare idea (cosa non facile)il fotoreporter per eccellenza <Paolo Pellegrin> ! Il suo nome è legato a premi importanti come la Robert Capa Gold Medal, 8 Word Press Photo ecc. è membro della prestigiosa agenzia Magnum Photos e collabora con importanti testate giornalistiche come Newsweek e New York mgazine. Sono rimasta incollata alla tv guardandolo creare il suo reportage "Dies Irae" dal quale è stata creata una retrospettiva fotografica che nel 2011 è stata esposta a Milano.



Pellegrin ripercorre i "luoghi del disastro" per dar vove a chi vuol raccontare la sua tragedia. Cambogia,Iran, Haiti, Libano, Sudan, Gaza......











 
 
Con i suoi scattti il fotoreporter ti apre una finestra su una realtà lontana dagli occhi ma pur sempre vera! Pellegrin mi ha fatto capire che scattare una foto a un uomo che ha perso una gamba per una bomba o la casa per un terremoto non è sciacallaggio è eroismo: in pochi guarderebbero in  faccia quella realtà e si proclamerebbero portavoce di colui che è costretto a viverla dando spazio al soggetto, alle emozioni non alla tragedia. Infatti quando una giornalista di Vogue durante un intervista gli chiese se si riteneva un giornalista d'assalto,Pellegrin rispose:
"Sono tutto fuorché questo. Io sono un fotografo dei tempi lunghi, mi interessa la dimensione umanistica di quello che faccio, il racconto dell'uomo, e questo richiede un rapporto, anche dilatato, con i soggetti, i luoghi... Ovviamente la componente "avvenimenti", la Storia che si muove, è un nodo importantissimo e inevitabile, ma è uno spunto iniziale, io seguo una chiave umanistica, antropologica."




Nessun commento:

Posta un commento